#1/2014 – FRANCESCO PAOLO CERASE con Clementina Casula

NOTE AL TESTO:

[1] La Facoltà di Scienze Statistiche, Demografiche e Attuariali dell’Università di Roma, istituita nel 1936 su iniziativa di Corrado Gini, fu la prima facoltà di statistica in Italia e in Europa. Nel 2010, a seguito dell’applicazione della legge 240/2010 sull’organizzazione della didattica e della ricerca, la Facoltà è stata disattivata e la gestione dei corsi di Laurea in Scienze Statistiche è passata al Dipartimento di Scienze Statistiche (nato dall’aggregazione del Dipartimento di Statistica, Probabilità e Statistiche Applicate con il Dipartimento di Studi Sociali, Economici, Attuariali e Demografici), che comprende circa l’80% del corpo docente dell’ex Facoltà.

[2] Il riconoscimento del fondamentale apporto di Corrado Gini (1884-1965) allo sviluppo delle scienze statistiche e sociali è stato in parte offuscato dal suo ambiguo rapporto con il regime fascista (suo l’articolo “The Scientific Basis of Fascism” pubblicato nella rivista statunitense Political Science Quarterly nel 1927).

[3] Sul fatto che Gini non portasse esattamente “buona fortuna” pare circolassero nella Facoltà di Statistica molti aneddoti scherzosi…

[4] Per un maggiore approfondimento su questo punto, cfr. F.P. Cerase “Sociologia e scienze sociali”, relazione presentata al Convegno Vittorio Castellano: statistico e sociologo (Facoltà di Scienze Statistiche, Demografiche e Attuariali dell’Università di Roma, maggio 2000). Le relazioni e i ricordi dedicati alla figura a all’opera di Castellano sono stati pubblicati nel 2001 nel volume Vittorio Castellano: statistico e sociologo, a cura della stessa Facoltà, nel quale la relazione di Cerase appare a pp.53-69.

[5] René Worms (1869-1926) lancia la Revue Internationale de Sociologie nel 1893, con l’intento di promuovere lo sviluppo di una conoscenza scientifica dei fatti a partire da una impostazione teorica di stampo organicista, che tuttavia riteneva capace di ricomprendere al suo interno la varietà degli approcci teorici allora esistenti. Sulla scia del successo della Revue, l’anno successivo fonda l’Institut International de Sociologie, pensato come ufficio centrale di coordinamento che poi diventa influente organizzazione internazionale per la diffusione della Sociologia (cfr. S. Alpini, La sociologia “repubblicana” francese: Émile Durkheim e i durkheimiani, FrancoAngeli, Milano, pp.66-69).

[6] Solo nel 1962 nasce a Trento, su iniziativa dell’avvocato e allora presidente della provincia Bruno Kessler, l’“Istituto Universitario Superiore delle Scienze Sociali”, che dieci anni più tardi diventerà la prima Facoltà di Sociologia in Italia.

[7] Negli anni Quaranta Lazarsfeld fondò e diresse il Bureau of Applied Social Research, prestigioso centro di ricerca sociale empirica della Columbia (cfr. C. Lombardo, 2004, “Lazarsfeld, Merton e la scuola sociologica della Columbia”, in Sociologia e ricerca Sociale, n. 74, 2005, pp.127-150; F. Martire, 2006, Come nasce e come cresce una scuola sociologica. Merton, Lazarsfeld e il Bureau, Bonanno, Acireale).

[8] F.P. Cerase (1967), “The Italian Tradition in Social Research: The Case of Alfredo Niceforo”, in Revue Internationale de Sociologie, pp. 174-93; (1968) “Niceforo, Alfredo”, in D.L. Sills (ed.), The International Encyclopedia of the Social Sciences, voll. 11-12, Macmillan, New York, pp. 174-5.

[9] Vedi, tra gli altri: F.P. Cerase (1971), L’emigrazione di ritorno: innovazione o reazione? L’esperienza dell’emigrazione di ritorno dagli Stati Uniti d’America, Università di Roma, Facoltà di Scienze statistiche, demografiche e attuariali, Roma; (1974) “Expectations and Reality: A Case Study of Return Migration from the United States”, in International Migration Review, vol. 8, n. 26, 1974, pp. 245-62.

[10] Cfr., in particolare, F.P. Cerase (1990), Un’amministrazione bloccata. Pubblica amministrazione e società nell’Italia di oggi, FrancoAngeli, Milano.

[11] Cfr., ad esempio, F. Ferrarotti (1955, 1956), “La situazione degli studi sociologici in Italia” (parti I e II), in Quaderni di Sociologia, n. 16/1955 (pp. 55- 61) e n.19/1956 (pp. 24-30), e C. Pellizzi (1956), “Gli studi sociologici in Italia nel nostro secolo” (parti I e II),in Quaderni di Sociologia, n. 20 (pp. 66-89) e n. 21 (pp. 123-141).

[12] La Rivista Italiana di Sociologia, fondata nel 1897 fu chiusa nel 1921 a causa dell’avversione per la diffusione della disciplina del Fascismo (influenzato dalla filosofia neo-idealista),condivisa anche in ambito ecclesiastico (cfr. G.J. DiRenzo (1972), “Sociology in Italy Today”, in International Review of Modern Sociology, vol. 2, n. 1, pp. 33-58).

[13] In un breve accenno al contributo della “Scuola di statistica e demografia” dell’Università di Roma allo sviluppo delle scienze sociali in Italia, Ferrarotti osserva come con tale impostazione riuscisse poi “difficile alle scienze sociali nella prima fase del loro sviluppo rompere e superare i limiti del descrittivismo sociografico, non privo di meriti, ma certamente impari rispetto all’esigenza di interpretare e spiegare, oltre che accuratamente descrivere”; cfr. F. Ferrarotti (1998), Considerazioni intorno al compito sociale della sociologia, in F.P. Cerase (a cura di), La Facoltà di Sociologia nell’Ateneo Federiciano, Fridericiana, Napoli, p.27.

[14] Alberto Spreafico fu segretario generale dal 1966 al 1973 del Co.S.Po.S., dal quale fu fondato il Consiglio italiano per le Scienze Sociali (Css).

[15] L’Associazione italiana di Sociologia fu costituita a Roma il 5 aprile del 1982 (A. Scaglia, 2007, 25 anni dell’Associazione Italiana di Sociologia. Materiali per scriverne la storia, Università degli Studi di Trento, Trento, pp.27 e sgg.).

[16] L’acronimo (la cui paternità è attribuita a Gianni Statera) fa riferimento alle Università di Milano e Torino, in quanto sedi di maggior concentrazione della componente laica dei cosiddetti “Giovani sociologi” da differenziare non solo rispetto alla componente cattolica, ma anche ad un altro gruppo laico di sociologi centro-meridionali (la cosiddetta “terza componente”) (cfr. Scaglia, 2007, Op. cit., pp.23-25).

[17] Per le relazioni e gli interventi dell’incontro di Cagliari, cfr. AA.VV. (1988), “Sviluppo e sottosviluppo nell’Italia meridionale degli anni ’80”, Quaderni dell’Istituto di Ricerche Sociali della Facoltà di Scienze Politiche, Cagliari; le relazioni e gli interventi dell’incontro di Napoli sono stati invece pubblicati in F.P. Cerase (a cura di) (1992), Dopo il familismo, cosa? Tesi a confronto sulla questione meridionale negli anni ’90, FrancoAngeli, Milano.

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